giovedì 19 maggio 2016

L'Alba dei Morti Dementi

Anno di uscita: 2004

Attori protagonisti: Nick Frost, Simon Pegg

Regista: Edgar Wright

Parodia.
Non appena ne sentiamo la parola, ci immaginiamo immediatamente un qualcosa che rasenta la comicità, prevalentemente volgare e che può piacere solamente ad un pubblico dall’intelletto limitato.
Ed invece, non è questo il caso.
L’Alba dei Morti Dementi è una commedia geniale, dal velato umorismo britannico che riesce soltanto a farti ridere a crepapelle.
Primo film della trilogia del Cornetto (seguito da Hot Fuzz e La Fine del Mondo), uscito nel 2004 e diretto da Edgar Wright, racconta come cambiano le vite di Shaun, un trentenne che vive nella periferia di Londra e che non fa  nulla di eccezionale per riuscire a cambiare la sua deprimente vita, e del suo migliore amico e coinquilino Ed, un fattone disoccupato, quando l’Inghilterra viene invasa da un’epidemia di zombie.
Dovrà allora dare il massimo per portare in salvo al Winchester (un pub londinese) non solo loro due, ma anche la madre di Shaun Barbara, l’odioso patrigno Phil e la sua ex fidanzata Liz, con i compagni di stanza David e Dianne, che tramano in segreto contro la relazione tra lui e l’amica.
Destreggiandosi comicamente tra orde di zombie letteralmente dementi, questo film è una perfetta coniugazione tra horror e commedia; una nuova linfa per il genere zombie, che è diventato ormai un cult per gli appassionati del genere, che chiunque dovrebbe vedere, e che ha lanciato la carriera dei due attori protagonisti, Simon Pegg e Nick Frost, ormai diventati delle celebrità nell’ambiente cinematografico, e del regista Wright, il quale è riuscito ad unire in un mix meravigliosamente gradevole l’horror, la commedia, la love story tra il protagonista e la sua ex, e lo splatter, trattato in maniera elegante e non volgare, come succede in molti film odierni.

Andate a comprarlo immediatamente in videoteca, ragazzi, una commedia brillante come questa farete fatica a trovarla!

mercoledì 18 maggio 2016

BLUE DREAM di A.Coppolla

Mi sono ripetuta per giorni 'Aspetta...Aspetta...Devi studiare, ci sono gli esami, hai da fare altro...' ma poi sono capitolata e, app di Kindle alla mano, ho comprato subito Blue Dream di Alessia Coppola.
E solo il Grande Demone Celeste sa quanto l'ho amato!
Già dal titolo traspare che l'eroe di questa storia sarà Algar, il nostro meraviglioso e dannato principe di blue vestito, conosciuto anche come Brucaliffo.
Lo ritroviamo dove lo abbiamo lasciato in 'Alice from Wonderland' (qui la recensione: http://fangirlsam.blogspot.it/2016/05/alice-from-wonderland-di-acoppola.html), ovvero affranto per aver perso la sua cara Alice, ma determinato a ritrovarla in un modo nell'altro. L'unica soluzione che trova è quella di fare un viaggio nel tempo e tornare nel passato, prima che la sua amata rincontri Edmund, ma qualcosa va storto e si ritrova nel futuro, precisamente nel 2015, finendo letteralmente tra le braccia di Aline, una ragazza che assomiglia terribilmente ad Alice, e che nasconde un segreto...
Come con il primo capitolo delle avventure di Alice, sono rimasta estasiata nel trovarmi dentro un mondo di inchiostro che sembra scivolare troppo velocemente sotto gli occhi e che mi fa bramare al più presto tra le mani una nuova storia. L'ho divorato in poche ore e mi ha fatto amare ancora di più un personaggio che già appezzavo molto, grazie al suo atteggiamento da bello e dannato, ma, soprattutto, per quella poesia che regalava a ogni sua apparizione.
Se nel primo capitolo della saga Algar era una nuvola di fumo in continuo cambiamento, oscillando tra eroe romantico a terribile antagonista, alla ricerca continua e senza tregua di Alice, qui diventa un essere concreto e complesso. Non è più un uomo in pieno possesso delle sue capacità e inserito in modo perfetto nella società, bensì è spaventato e confuso da ciò che lo circonda. Non ha più il suo Oppio blu, i suoi modi di fare sono antiquati e ciò che lo rendeva un dandy maledetto ora lo rendono solo uno dei tanti. E' a disagio in questa società del futuro e si sente fuori posto, e questa sensazione arriva anche a noi. In poche frasi ci viene regalata una panoramica critica sulla nostra
epoca, su come tutto sia diventato privo di valore nel corso degli anni, profondando in un vortice dove il peccato cammina al nostro fianco, senza però usare il solito tono da paternale che di trova in giro.
E di queste decadenza ce ne rendiamo doppiamente conto quando, dopo momenti di puro romanticismo e frasi piene di poesia, entriamo nella mente di Aline.
Figlia del nostro tempo, questa ragazza riesce a distruggere i momenti più romantici con domande che ci risultano quasi stupide e fuori luogo. Il fatto di non avere un numero di telefono da chiamare o a cui scrivere un messaggio la spiazza e la confonde, facendole temere un qualche segreto o un brutto scherzo nei suoi confronti. Eppure, ad una semplice riflessione, se ci fossimo trovati al posto di Aline o ci fossimo imbattuti in una storia del genere dove non sapevamo le origini della controparte maschile, ci saremmo preoccupati anche noi, ponendoci le stesse domande.
Perciò, mi sembra, spontaneo chiedermi come sia possibile che siamo diventati così sterili da non riuscire a goderci la persona che abbiamo di fronte e come un gesto romantico e più concreto di un messaggio ci possa confondere, facendoci dubitare di chi amiamo.
Ma Aline alla fine supera questa diffidenza, instaurando con Algar un rapporto reale, privo di inganni, che va oltre la normalità e il tempo.
Questa volta ci troviamo di fronte a una storia d'amore ricca di romanticismo e di poesia, che va oltre gli schemi e le distanze che abbiamo sempre visto, ma che lascia, con il finale, un retrogusto amaro e la speranza di un happy ending che forse troveremmo nel prossimo capitolo della serie.


martedì 17 maggio 2016

ASH VS EVIL DEAD

Debole, pigro, egoista, sbadato, volgare, a volte lento. E senza una mano. Un personaggio difficile da amare, con quest’anteprima.
Ed invece Ash ci riesce appieno. Non solo, ti conquista con il suo fare grezzo e provinciale.
Molti erano scettici all’idea della messa in onda della nuova serie “Ash VS Evil Dead”, il prequel sotto forma di serie televisiva della famosa trilogia de “La Casa” che conquistò il pubblico negli anni 80-90.
La paura era quella che Hollywood avesse voluto resuscitare questa leggenda cinematografica per renderla una cosa banale, scontata, e rovinarne il ricordo.
Invece, la realtà ha superato di gran lunga l’aspettativa.
Splatter, grottesco, geniale, sono riusciti a conservare perfettamente lo stile e la comicità grottesca che tanto caratterizzava la trilogia originale.
Quello che vediamo nello schermo non è un Ash invecchiato, stanco, con rimorsi e sensi di colpa; è esattamente il personaggio che noi tutti ricordiamo e che abbiamo imparato ad amare, e, se possibile, ancora più burbero, egoista e senza freni.
I trent’anni di pausa non hanno minimamente fiaccato il suo spirito e le sue convinzioni, e anche se sovrappeso e ormai vecchio continua a combattere le forze del Male con la stessa tenacia e la stessa arroganza che lo contraddistinse nel film del 1989.
Creata da Sam e Ivan Raimi, mostra gli eventi seguenti al finale del terzo capitolo de La Casa, L’Armata delle Tenebre, con l’ormai leggenda Bruce Campbell (star della trilogia) che torna a vestire i panni del protagonista Ash Williams, interpretandolo con talmente tanta convinzione e familiarità da chiedersi se abbia veramente mai smesso di portare gli abiti di Ash.
Esattamente trent’anni dopo l’ultima battaglia che dovette affrontare, lo ritroviamo, sempre senza una mano, ancora commesso al S-Mart, burbero  ubriacone che vive in una roulotte con una lucertola, sfuggendo ai suoi doveri di cacciatore di mostri. Ma viene richiamato al dovere quando, leggendo per sbaglio un brano dal Necronomicon, un libro maledetto, evoca un demone, che comincia a seminare distruzione e morte per la città.
Con l’aiuto di due suoi colleghi, Pablo, nipote di uno sciamano, e Kelly, la fiamma di Pablo, questo inusuale trio vaga per l’America alla ricerca di un modo di ricacciare indietro i demoni fuoriusciti dal libro, salvare il mondo e riportare la pace.

Dai toni grottescamente divertenti, Ash VS Evil Dead è una perla nella storia delle serie Tv, un piccolo gioiello che tutti gli amanti del genere dovrebbero assolutamente vedere.
E’ la perfetta continuazione della famosa trilogia, non una virgola è cambiata, la stessa comicità, gli stessi mostri, lo stesso Ash….per chi, come me, è molto affezionato a quei film la visione di questa serie è come un tuffo nel passato, una sensazione di familiarità che in pochi riescono ad eguagliare.
C’è solo una cosa da dire: BEN FATTO!
E speriamo che il livello delle prossime stagioni continui ad innalzarsi, regalandoci familiari incubi e brividi di terrore.

"Fare Evil Dead è sempre stato uno spasso.  Io, Bruce e Rob siamo elettrizzati di avere l'opportunità per raccontare il prossimo capitolo della poco convincente, ma eroica saga di Ash. Con il suo braccio a sega elettrica e il suo fucile, Ash è tornato a prendere a calci in culo qualche mostro. E ragazzi, questa volta ce ne sarà un camion zeppo".

giovedì 5 maggio 2016

ALICE FROM WONDERLAND di A.Coppola




Non avevo mai letto nulla del genere, quindi non sapevo cosa aspettarmi. Be'...ne sono rimasta estasiata!
La storia è scritta benissimo, in modo scorrevole, che scivola via senza troppi problemi. Si rimane incollati alle pagine in attesa di quello che succederà e quando si arriva all'ultima pagina c'è quasi un senso di vuoto che ti fa desiderare di averne ancora.
Ma non dilunghiamoci troppo e iniziamo con la trama: una giovane ragazza priva di memoria appare nelle strade innevate di un piccolo ma elegante paesino inglese e viene, immediatamente, accolta dalla famiglia Richardson. Questi hanno appena perso la figlia e credono di poterla sostituire con questa misteriosa ragazza, tanto da chiamarla con lo stesso nome: Astrid.
Astrid, però, non riesce a entrare nello schema che le viene proposto, in quanto si sente inadeguata all'ambiente che la circonda. Ossessionata da sogni bizzarri e da voci misteriose che le parlano si sente pazza e comincia a coltivare il desiderio di conoscere il suo passato, per trovare finalmente delle risposte a tutto.
Finché non incontrerà Edmund, un ragazzo ritrovato, anche lui, privo di memoria. Astrid si sente legata a lui e quando questo fugge troverà la forza per abbandonare tutto e iniziare un nuovo viaggio che la porterà nel Sottomondo, che è un po' troppo ...sopra.

Sono rimasta affascinata e catturata dal modo di scrivere della Coppola. Non ho sentito il peso delle pagine che scorrevano, ma mi sono immedesimata in Astrid così tanto da riuscire a percepire tutto quello che provava lei. 
All'inizio sembra di essere in un limbo, dove non si sa cosa accadrà e perché. La protagonista non sa chi è, qual'è il suo carattere e perciò segue l'istinto, portandoci a stare con il fiato sospeso, cercando di prevedere la sua prossima mossa. Cerchiamo le risposte in alcuni indizi o in personaggi e sensazioni che ci vengono presentati, finché non entriamo in Wonderland.
Anche se, come ci hanno insegnato le varie trasposizioni cinematografiche di Alice nel Paese delle Meraviglie, il Sottomondo è un luogo colorato e pieno di allegria, qui è più malinconico. I personaggi sono cambiati da quando li abbiamo abbandonati insieme alla piccola Alice, e alcuni di loro si sono sciupati, scoprendo l'amore, l'abbandono, la rabbia e la gelosia. Sono più umani e più cruenti, che preferiscono a volte risolvere il problema a pugni che attraverso indovinelli o giochi di parole o logica non-sense.
Ma la sensazione che pervade tutto è nostalgia. C'è nostalgia della sicurezza, di casa, del mondo infantile, di quando tutto andava bene. La storia ci regala la stessa sensazione di quando si guardano le vecchie fotografie, quelle color seppia, che danno proprio il senso di un tempo troppo lontano e che non può essere più vissuto, ma che era infinitamente più bello.
Consiglio questo libro a chiunque. A tutti coloro che vogliono tornare nel Mondo delle Meraviglie e vivere di nuovo quella magia, quei sogni e quella pazzia, senza illusione che nulla sia cambiato.
Ma soprattutto per ricordarci che un'opera sopravvive al suo autore e continuerà a crescere anche senza di lui.
Buona lettura.

ATTENZIONE ATTENZIONE ATTENZIONE!
Sotto l'immagine ci saranno altri dettagli/riflessioni/informazioni riguardanti il libro, ma che contengono SPOILER, quindi se non li temete o avete già letto il libro potete continuare, se no tornateci quando lo avete letto.
Io vi ho avvisato!

Bene, se non è chiaro ripeto: questa parte della recensione contiene spoiler, ma dovevo metterla perché volevo rendervi partecipi di alcune cose che mi sono piaciute un sacco e che ho adorato, ma rischiavo di spoilerarvi il finale o parti fondamentali della trama, quindi meglio farlo in separata sede e avvisando del rischio.
Ci sono rimasta un po' male nello scoprire che, oltre alla somiglianza, Alice e Astrid non condividessero nulla. Mi ero fatta dei castelli in aria, dopo i primi capitoli, sul perché queste due fossero identiche, che è stato un po' triste non avere una motivazione più elaborata, se non: si assomigliano, punto.
Ma devo dire che questa mancanza si perdona velocemente soprattutto con l'entrata in scena di Edmund. Poche righe e avevo già deciso che era il mio personaggio preferito. Buffo, irriverente, dolce e simpatico, è il personaggio a cui donare il proprio cuore e che ti fa desiderare di fare un patto con il diavolo per incontrarne uno così.
Proprio per questo ho odiato Astrid/Alice che per interi capitoli si dimentica di lui perché troppo presa da un dandy vestito sempre di blu. Si tratta di Algar, un personaggio che non sai se riempire di baci e attenzioni oppure prendere a schiaffi dalla mattina alla sera, è un continuo altalenare di amore e odio per lui.
E' probabilmente è il personaggio di cui sapiamo di più, tanto da poter dire che è il co-protagonista della storia, infatti è l'unico che può vantare dei frammenti di storia raccontati dal suo punto di vista. Veniamo, così, a conoscenza dei dolori lo affliggono e come cerca di annegarli, cosa prova e quali sono i suoi sentimenti. Viene eletto, così, il personaggio bello e dannato del libro, alla ricerca della vera felicità e che non si ferma di fronte a niente pur di ottenerla.
Si apre così la sfida tra il Cappellaio e il Brucaliffo per il cuore di Alice.
Una vicenda che non avrà mai un lieto fine assoluto, a mio parere.
Siamo fin troppo consapevoli dei motivi, dei sentimenti ,che muovono Algar, ma allo stesso sappiamo che Alice ed Edmund sono uniti sin da quando Carrol li ha immaginati. E ciò è palese fin da subito, dal momento che è il tocco di Edmund che fa ritornare la memoria ad Alice e non quello di Algar, che incontra prima. Eppure la nostra protagonista non riesce a non pensare al Brucaliffo, ricordando i momenti bellissimi che ha passato e a quello che provava per lui, anche se in quei momenti veniva manipolata o drogata.
Spero che nel secondo libro ci sia un lieto fine per il nostro caro bruchetto blu, perchè potrei rimanerci molto male se rimanesse solo soletto, mentre gli altri realizzano il proprio sogno.
Altro personaggio che ho amato è Rupert, il Bianconiglio. Geniale e irriverente, riesce a tenere testa a Edmund senza problemi. E' l'unico, fino ad adesso, ad amare il nostro mondo, tanto da volerci restare. E' perfettamente integrato, ha un lavoro, una passione e il suo sogno è di fare l'inventore e lo scienziato insieme a Tesla. 
E' un personaggio concreto e reale, che ha già trovato in qualche modo il suo happy ending, mentre tutt'altro destino aspetta Wade, il caro vecchio Stregatto. Questo personaggio che riveste il ruolo del fratello maggiore della compagnia di matti, ha un carattere e uno spessore che dovrebbero essere maggiormente sviluppati. Secondo me dovrebbe avere più spazio per svilupparsi, per emergere, essere un po' più protagonista, non solo una pedina, soprattutto visto il ruolo che ricopre nella versione originale della storia. Di sicuro il suo personaggio ha maggiore spessore nello spin-off a lui dedicato, ma sembra esserci ancora, tanto altro, sotto le apparenze da farmi desiderare di saperne ancora di più.
Ed è questo che amo di questo libro, mi continua a lasciare il bisogno di saperne ancora, di conoscere meglio quei personaggi che stanno diventando così familiari. Ho voglia di vivere ogni giorno delle avventure con loro.
Perciò, sì! Leggetelo!
Ri-buona lettura e al prossimo post!