Serie TV

The Crown (I stagione)

E' probabilmente la monarchia più amata in Europa, sono conosciuti in tutto il mondo grazie alle pagine patinate dei vari giornali, ogni momento della loro vita è finito in televisione o sui giornali...ma sappiamo veramente tutto dei Windsor?


Elisabetta è una giovane donna con un marito amorevole, una meravigliosa casa a Malta, due figli stupendi e una vita che procede tranquilla, ma suo padre si ammala all'improvviso obbligandola a tornare a Londra e affrontare il suo destino: lei è destinata a essere la futura regina d'Inghilterra.
Giorgio, suo padre, l'inizierà all'arte del governo e dei doveri di un buon sovrano, ma non riuscirà a prepararla al mondo di squali che in realtà l'aspetta. Giovane e inesperta, si trova a dover affrontare i pregiudizi della nobiltà e del suo Primo Ministro, Wiston Churchill (al suo secondo mandato), che la vede ingenua e immatura per un tale ruolo, ma Elisabetta non si arrende e cerca di seguire le orme del padre e di fare sempre la scelta giusta.
Purtroppo ciò non sarà sempre possibile. La sua vita pubblica si mescola irrimediabilmente con quella privata, portando spesso a vere e proprie lotte tra i ruoli che Lilibeth ricopre, ovvero quello di regina e quello di madre/sorella/moglie. Infatti, se prima Filippo appare amorevole e desideroso di facilitare il lavoro della moglie, ben presto si crea un terribile clima di tensione che rende tutto ancora più complicato.
The crown è una serie moto interessante sotto molti punti di vista, il primo di sicuro è la bravura dei personaggi: Claire Foy, che interpreta la regina, è un'attrice grandiosa, che riesce a passare da essere una donna smarrita e confusa a essere una regina forte e risoluta, vi è poi un eccezionale Matt Smith che riesce a farsi odiare un momento e il secondo dopo farsi perdonare, trasmettendo sempre un certo senso di ambiguità. Ma di sicuro il migliore, a mio avviso, è stato John Lithgow, la sua interpretazione mi ha fatto fatto credere di trovarmi veramente di fronte al vero Wiston Churchill, un uomo ancorato alla tradizione, e all'alone mitico in cui è avvolta la sua persona, restio ad accettare il tempo che scorre e le nuove esigenze.
Molto interessante è anche la storia che ci viene raccontata: non solo ci troviamo di fronte ai primi
anni di regno di Elisabetta, ma anche di fronte alla storia d'amore di Margaret e ai sotterfugi più o meno discutibili messi in atto da una famiglia tutt'altro che normale. La politica è un membro influente della famiglia Windsor, con cui, tutti i membri, sono costretti a che fare, nemmeno la regina può sentirsi libera di agire come preferisce se vecchi tradizioni, leggi antiche o una classe politica troppo conservatrice glielo impedisce.
Molti l'hanno considerata troppo autocelebrativa, ma non credo che possa essere considerata come tale per un semplice motivo: vengono portati alla luce alcuni scandali che hanno messo in serie difficoltà la corona e hanno mostrato una regina manipolata molto spesso dagli altri, se avessero voluto fare un elogio avrebbero realizzato un'opera molto più vicina a The Queen, cosa che potevano benissimo fare in quanto lo sceneggiatore è lo stesso.
L'unica cosa è che i tempi sono lunghi e dilatati, proponendo quindi un dramma incentrato sulla politica, perciò se le storie dai ritmi lenti non sono di vostro gradimento purtroppo non è la serie per voi, ma se amate la famiglia Windsor non potete perderla.
Buona visione!

I Medici (I stagione)

E' finita la prima stagione della serie TV Medici-Masters of Florence, fiction storica realizzata dalla Rai con un cast internazionale, portando sul piccolo schermo nostrano attori di un certo calibro e bravura, in una storia avvincente e intrigante.


Prima di passare alla trama vi ricordo che si tratta di una fiction e non di un documentario, perciò tralascerò i problemi e gli errori riguardanti l'aspetto storico e artistico. Lo scopo delle serie TV è quello d'intrattenere e raccontare una storia, anche se questa porta a piegare e modificare gli evventi storici!
La serie inizia con la scomparsa di Giovanni de'Medici, colui che abbandonò la misera condizione della sua famiglia per fondare una delle banche più potenti che la frammentaria Italia dell'epoca abbia mai conosciuto. A guidare l'impero che ha creato ci penserà, quindi, Cosimo, il figlio assennato e tutto d'un pezzo, ma che aveva ambizioni diverse.                                                
Il sogno del giovane Cosimo era quello di diventare un artista, ma dovrà abbandonarlo per seguire il disegno ambizioso del padre, lasciando indietro anche la donna che crede di essere l'amore della sua vita. E' costretto quindi a ricoprire il ruolo di capo di una della banca, confermandone sia il dominio che la forza, cercando di accrescere il potere della dinastia, superando crisi e guerre.
La sua vita sarà costellata di assassinii, tradimenti e intrighi che lo vedranno coinvolto, sia come mente sia come vittima, ma potrà sempre contare sull'appoggio e sull'aiuto di sua moglie, Contessina.
Di rango superiore rispetto a Cosimo, si trova costretta a sposarlo per motivi politici ed economici. All'inizio sembra un rapporto sterile, fatto di elementi di semplice cortesia dopo la nascita di Piero (che conosciamo già da adulto), ma man mano veniamo a conoscenza di un rapporto più profondo, fatto di affetto e di fiducia reciproca. Contessina è una donna forte e fedele, che cerca in tutti i modi di aiutare il marito, perché è il compito che le aspetta oltre a governare la casa, come spiega alla nuora, anche se questo vuol dire fargli un torto.
Senza perdere la sua dignità, questa donna riesce a prendere la scelta giusta per sé e la sua famiglia, ma soprattutto per suo marito.
Affrontano diverse crisi, ma Cosimo e Contessina rimangono sempre una coppia solida e un punto di riferimento.                   Oltre alla moglie, il nuovo patriarca dei Medici può far affidamento su Lorenzo, suo fratello, dedito alle feste e donnaiolo, ma suo complice in molte manovre per la salvaguardia della famiglia, e su Marco Bello, uomo misterioso e fidato servitore di Cosimo. Quest'ultimo avrà il ruolo di indagare sulla fine del defunto Giovanni, dovendo alcune volte arrivare a soluzioni piuttosto estreme per avere informazioni.
Sullo sfondo troviamo anche la coppia Piero e Lucrezia, figlio e nuora di Contessina e Cosimo. Ancora giovani e inesperti, i due cercano di essere degni del nome che portano facendo tesoro degli insegnamenti che ricevono, cercando di dimostrare anche la loro forza e le loro capacità.
Ci troviamo di fronte a un prodotto dal grande potenziale per una rete come la Rai, che ci aveva abituato a serie di scarso spessore e che cerca di coinvolgere sempre lo stesso pubblico, andando sul sicuro. Qui, invece, si vuole rischiare: ci viene proposto una storia che mischia il dramma con il mistero, gli inganni e i tradimenti politici con una storia d'amore complessa e travagliata, tutto su uno sfondo storico.
I Medici è una serie che merita davvero e che ci ha permesso di fare un passo avanti nel mondo della TV e avere un prodotto di qualità. Speriamo solo che con la seconda stagione le cose migliorino arrivando sempre più vicini alla perfezione!


Forever (I stagione)


Non fatevi ingannare dal titolo, non si tratta di una serie romantica e per ragazzine. Forever vuole sottolineare solo una particolarità del protagonista: Henry Morgan è immortale.



Henry Morgan è un medico di 250 anni che, a causa della sua condizione, decide di dedicarsi allo studio della morte divenendo un anatomopatologo nella città con la più grande collezione di morti al mondo: New York.
A causa di un incidente metropolitano, che poi si scoprirà nascondere un omicidio, conoscere Jo Martinez, una detective forte e intrasigente.

I due sono accomunati dal senso di perdita che li perseguita a causa della dipartita dei loro amati, ma mentre la donna si confida, Henry rimane chiuso in sé stesso temendo di rivelare il suo segreto. Questo, però, rischierà più volte di essere svelato, soprattutto con l'entrata in scena dell'antagonista della serie: Adamo. Con Henry condivide la maledizione dell'immortalità, ma la vive in modo completamente diverso rispetto al nostro protagonista. Mentre il dottore cerca di salvare vite, Adamo non si fa problema a toglierle o a distruggerle pur di ottenere i suoi scopi.
Henry si troverà, così, a dover proteggere il suo segreto e i suoi amici da questo misterioso e pericoloso uomo.
Anche se la serie è stata cancellata poco dopo la fine delle riprese della prima stagione, il finale è soddisfacente (sempre se non vi dispiacciano i finali aperti) rispondendo a tutte le domande e chiudendo il cerchio con un grandioso colpo di scena.
Fin dalla prima puntata veniamo a conoscenza della presenza del misterioso Adamo e del suo interesse per Henry, legando i diversi episodi e portando a una graduale scoperta del ruolo, della condizione e dell'identità del nemico, ma ci viene svelato veramente poco della sua storia, in quanto si sceglie di concentrarsi molto di più sulle figure di Henry e Abe e sul loro rapporto.
Infatti, anche Jo non è tratteggiata, a parer mio, in modo soddisfacente. Ci viene mostrata come una donna addolorata e confusa dalla perdita del marito solo in alcuni episodi, lasciando molto spazio alla versione della donna al lavoro, dove è una detective determinata a dare il suo meglio a ogni caso. Proprio per questo rimpiango che non abbiamo voluto dare più spazio alla sua vita privata, quando di Henry sappiamo veramente tutto grazie ai  numerosi flashback presenti in ogni episodio. Qui ci vengono mostrati dei momenti salienti della vita del protagonista, dove non solo impariamo a conoscerlo meglio ma capiamo anche determinati atteggiamenti. Da padrona la fanno i ricordi inerenti ad Abigail, l'ultima moglie di Henry e ultima donna che ha amato veramente. Il suo ruolo sarà fondamentale nella vicenda, oltre a dare quel piccolo tocco di romanticismo che mancava alla serie, per quanto lei non compaia mai nelle vicende che ci vengono narrate.
Forever  è una serie interessante, divertente e misteriosa, che regala sia momenti romantici che al cardiopalma, perciò ve la consiglio veramente di cuore, soprattutto se amate le indagini alla Sherlock Holmes e gli uomini affascinanti con fare un po' (molto!) retro.
Buona visione!

Generation War (le nostre madri, i nostri padri) (I stagione)

Solitamente siamo abituati a vedere la Seconda Guerra Mondiale attraverso la storia dei deportati ebrei o degli Alleati grazie a produzioni quasi sempre americane, con eroi che combattono per la libertà e con coraggio. Nel 2013, però, una casa di produzione tedesca diede avvio a un progetto diverso: una mini serie di 3 episodi (in Italia 2) che racconta la guerra attraverso le storie di 5 ragazzi tedeschi.


E' la notte prima della partenza per l'Operazione Barbarossa, la missione che avrebbe portato la Germania a vincere la presunta guerra lampo conquistando la Russia. Cinque ragazzi, amici d'infanzia, si incontrano in un vecchio bar, promettendosi di ritrovarsi pochi mesi dopo, per il Natale, per festeggiare la vittoria e i loro successi.
E' così che facciamo conoscenza dei protagonisti, un gruppo eterogeneo fatto da persone che più o meno credono e capiscono la gravità della situazione.
Abbiamo Wihelm Winter un giovane tenente già tornato da due missioni in Francia e in Polonia. E' un uomo ligio al dovere e che è sicuro della riuscita della nuova Operazione, ben voluto da tutti, è un uomo coraggioso e crede fermamente nel Reich. Di tutt'altra opinione, invece, è suo fratello Friedhelm, che non solo non crede nella guerra, a cui è costretto a partecipare come soldato, ma nemmeno nella vittoria della politica hitleriana, proprio questa sua convinzione lo porterà ad essere odiato dai suoi commilitoni.
C'è poi Charlotte, una ragazza romantica e devota alla patria che, appena le è possibile, diventa crocerossina. Come Wihelhem, di cui è segretamente innamorata, crede nella forza della Germania e in ciò che dice la propaganda.
A Berlino rimarranno Viktor e Greta. I due sono una coppia inseparabile che nemmeno la minaccia delle leggi razziali sono riuscite a troncare il loro amore.
Lei è una ragazza vivace ed esuberante, il suo sogno è quello di diventare una cantante famosa. Vive la guerra con ingenuità, convinta di essere al sicuro nella città.
Viktor è, invece, il figlio di un sarto ebreo che servì la Germania nella prima guerra. A differenza del padre il ragazzo percepisce che la realtà per gli ebrei è mutata e che non tornerà più come era prima, proprio per questo ha continui battibecchi con lui e cerca di convincerlo ad espatriare in America.
Le loro strade si dividono il giorno dopo e la tragedia comincerà lentamente a intromettersi nelle loro vite. Dovranno ricredersi e fare compromessi con loro stessi, nascondersi e combattere per riuscire a superare i quattro anni che seguiranno.
L'evoluzione più o meno rapida dei personaggi è stata resa in modo attento e scrupoloso, portandoci a comprendere come, effettivamente, la guerra cambi e marchi le persone che vi hanno partecipato e vi sono sopravvissuti.
Dimenticatevi, però, di vedere le solite scene di campi di concentramento o di soldati che
gratuitamente infliggono punizioni ogni due per tre. Questi argomenti vengono accennati e accantonati rapidamente per lasciar spazio a qualcosa di diverso: alla delusione per una realtà fin troppo edulcorata dalla propaganda. Gli stessi ragazzi partiti convinti di diventare eroi di guerra e che detestavano il minore dei Winter per il suo disfattismo rimangono sconvolti di fronte alla morte che li circonda e alla mancanza di eroismo di alcuni atti che compiono i loro superiori.
La propaganda, Hitler stesso, ha mentito portandoli in un enorme mattatoio dove non c'è nessuna via d'uscita, da qualsiasi parte si vada li aspetta la fucilazione e perciò si rimane a combattere solo per i commilitoni o per il senso di dovere.
Significativa è la scena in cui Charlotte, durante la fuga dal fronte, spegne la radio che propone un discorso di incoraggiamento verso i soldati che dovranno respingere l'avanzata, quasi a voler sottolineare come quelle parole siano in realtà vuote e inutili e nessuno vi creda più, nemmeno nel momento del dolore.
Tutti, dalla meravigliosa Greta al ligio Wihelhem, si macchiano di terribili peccati, portandoli a perdere i loro sogni e le loro speranze, arrendendosi a quel mondo crudele, divenendo i fantasmi dei ragazzi gioiosi e allegri che avevamo incontrato nei primi minuti della serie.
E' una serie che ha sollevato molte polemiche e che deve farlo. Deve portare le nuove generazioni a confrontarsi con quelle che hanno dovuto affrontare queste tragedie e chiedersi quanti e quali siano i compromessi che i nostri padri e le nostre madri hanno dovuto fare per poter sopravvivere.

Vicious


Puntate brevi ed esilaranti, attori di grandissimo talento, stile molto teatrale e british humor. Mescolate tutto e otterrete Vicious!




Freddie e Stuart sono una coppia omosessuale che convive da ormai 50 anni e, come qualsiasi vecchia coppia, passano il loro tempo a punzecchiarsi, attorniati dai loro vecchi amici.
Prima fra tutte Violet, donna sulla cinquantina, che flirt con qualsiasi uomo le capiti a tiro ed è perennemente ospite dei due. Vi sono poi Mason, uomo tirchio e dal giudizio fin troppo facile, e Penelope, signora anziana con seri problemi di memoria. La vita di questa allegra brigata riceve uno scossone quando arriva un nuovo inquilino del loro palazzo, Ash, un ragazzo giovane e di bell'aspetto che attira l'attenzione non solo di Vi, ma anche di
Freddie e Stuart, dando così origine a molte gag sulla sessualità dei personaggi, ma senza finire sul volgare.
Il rapporto tra i protagonisti è una continua altalena fra amore-odio, infatti tutti si vogliono bene, ma le continue battute fanno quasi supporre un certo fastidio della presenza dell'altro, fattore di cui non sono immuni nemmeno i due protagonisti. Infatti Freddie e Stuart non fanno altro che sperare nella morte dell'altro o a ricordare i fallimenti in cui uno di loro è incappato, ma vi sono dei momenti in cui sono una coppia amorevole e dolce.
La capacità dei due attori è proprio quella di rendere questo rapporto eccezionale attraverso il modo di interagire fra di loro. Una sola è l'effusione esplicita a cui il pubblico assiste, per poi passare unicamente a sguardi, piccoli gesti e quel continuo cercarsi e avvicinarsi l'uno all'altro.
In pochi minuti sono diventati la mia coppia preferita in assoluto!
In tutto questo, però, si inserisce un ingenuo e spiazzato Ash, che ogni giorno va da i due 'nonnini' a chiedere consigli o parlare con loro per poi trovarsi sempre al centro di flirt indesiderati. E' continuamente in imbarazzo per le avance gratuite che deve subire, ma, soprattutto, è spiazzato da quei modi stravaganti e così teatrali dei vari personaggi che lo circondano.
Ash è il tipico ragazzo moderno, che va in discoteca, esce spesso con delle ragazze e che cerca di essere indipendente (quasi una Penny di The Big Bang Theory in versione maschile e inglese), che non capisce del tutto quei comportamenti strambi, ma che comunque apprezza perché parte di questa nuova e stramba famiglia.
I ritmi di narrazione non sono veloci, molto spesso sono lunghi, con lunghi dialoghi, proprio per questo apprezzo la scelta di realizzare episodi da solo 20/25 minuti. In questo modo risultano le puntate risultano piccole pillole di comicità facilmente digeribili. Una comicità che non si interrompe mai, nemmeno un secondo.
Appena finisce una battuta ne inizia un'altra e tutte sono del medesimo ed eccellente livello, sembrano quasi spontanee e vengono calcate nei momenti giusti, portando veramente a una comicità di altro livello. Infatti non è detto che se amate le commedie (come il sovracittato TBBT) amiate anche questa serie, perché è un tipo di humor diverso, che potrebbe risultare, appunto, molto lento, dove a farla da padrone sono i toni di voce e le espressioni, non la battuta in sè.
(N.B. fidatevi! Quando ho iniziato a vedere Vicious aveva appena finito di mettermi in pari con TBBT e ci ho messo un po' ad abituarmi a questo cambiamento di stile)
Fra gli ingredienti vi avevo indicato anche la teatralità della seria. Molto spesso questo aggettivo viene usato in modo negativo per indicare un modo di recitare esagerato, qui invece lo uso con la sua reale connotazione!
La serie è teatrale, non solo perché gli attori sono dei grandi nel mondo shakespeariano, proponendoci, quindi, una recitazione diversa da quella a cui siamo abituati, ma anche per la scenografia. Rare le scene fuori dall'appartamento di Freddie e Stuart, concentrandosi su inquadrature fisse e rari cambi di camera, quasi a sottolineare che gli attori si muovono in un palcoscenico, entrando e uscendo dalle scene proprio come farebbero se fossero in uno spettacolo teatrale.
Vicious è una serie leggera e divertente, che ti tiene attaccato al PC o alla TV i veri appassionati di humor inglese, breve ma intensa, con degli attori grandiosi.
Un piccolo gioiello da vedere assolutamente!


Criminal Minds


Volete provare l'emozione della caccia?
Entrare nella mente della vostra preda?
Capire cosa si nasconde nella mente del peggior serial killer del mondo e cosa l'ha portato a quelle azioni?
Ma volete trovare anche una nuova famiglia con cui vivere mille nuove avventure?
Bene, allora la serie che vi consiglierò in questo post fa proprio per voi!
Si tratta di Criminal Minds!


Dopo 11 anni questa serie riesce ancora a tenere il pubblico con il fiato sospeso grazie al modo di diluire le informazioni, ai casi mai banali e lanciando piccole briciole di pane che ci permettono di presagire una tempesta che colpirà la squadra, ma senza avere la certezza del quando e del dove, arrivando a portare il 'nemico' anche fuori da quella determinata stagione.
Tra colpi di scena, momenti da cardiopalma e altri, invece, malinconici, ci vengono racconte le vicende della squadra di Analisi Comportamentale dell'F.B.I. che si occupa di trovare e riconoscere i serial killer attraverso lo studio del loro modus operandi e l'analisi della loro psiche. E' un lavoro che li porta a viaggiare in diversi Stati degli U.S.A., allontanandoli per alcuni periodi dalle loro famiglia.
Ma, alt!, i drammi familiari non sono esattamente una parte costituente della trama. Ci sono, certo, ma fanno da cornice al caso, magari regalando al protagonista di turno un nuovo modo di vedere la sua vita o quello che gli sta succedendo.
Insomma, vita privata dei personaggi e le indagini sono ben diluite, compensandosi in modo perfetto.
Le stagioni sono un continuo crescendo di trame, di complessità, ma anche di stile. Infatti alla regia si susseguono molti registi (tra cui anche Thomas Gibson e Matthew Gray Gumbler, che sono anche protagonisti della serie e che hanno dato forma a degli episodi veramente entusiasmanti soprattutto per le scelte fotograiche) che cercano di rendere ogni ripresa e scelta profondamente legata e inerente al tipo di storia che si vuole narrare. Alcune scelte stilistiche vengono così abbandonate, per essere riprese solo in momenti più calcolati (come l'uso del green screen, nella prima e nella seconda stagione molto usato, per poi apparire solo in determinati contesti).
Come già detto le trame si complicano. Se prima la narrazione era molto lineare e dava riferimenti palesi sul ritorno di quel determinato personaggio in una puntata futura, dalla terza le cose diventano più velate, lasciando in sospeso molte cose, senza sapere esattamente che ruolo avranno queste nella trama, oltre a essere usate in alcuni momenti anche molto lontani tra di loro.
I colpi di scena, potremmo dire, vengono posti in modo 'sbagliato': il cattivo finale solitamente si mostra agli eroi alla fine della stagione, ma in Criminal Minds può apparire all'inizio, nella stagione precedente come personaggio minore, può essere sconfitto dopo pochi episodi come durare intere puntante, fino al momento di massimo di rottura, oppure essere immediatamente sostituito da qualcun altro, dando quasi un'idea realistica della loro vita. Non tutto funziona in modo lineare o ha il medesimo peso: un nemico non aspetta la fine dell'anno per presentarsi, un grande eroe può morire anche in modo stupido o per mano di un folle che viene catturato dopo un paio di ore. Questa è la realtà dei fatti.
Qui non ci sono certezze, se non che il male esiste!
Meraviglioso è il rapporto che si instaura tra gli agenti, che si vedono come una grande famiglia, di cui anche noi siamo parte. Con lo scorrere delle puntate conosciamo i loro segreti, i loro punti di forze e le loro debolezze. Sbocciano davanti a noi, mostrandoci le sfumature di persone reali che devono convivere con un lavoro che spesso li annienta.                                                                 Anche se vediamo l'episodio a letto, sul divano o su una sedia, siamo con loro a soffrire, a ridere e a lottare, e perdiamo un pezzo di noi ogni volta che qualcuno di loro va via, anche solo per un breve periodo.
Nel corso degli anni, infatti, il cast ha subito diverse modifiche e con l'arrivo della dodicesima stagione si respira una grande ventata di novità. Finora le scelte fatte dai produttori non si sono rivelate sbagliate, regalando sempre personaggi fenomenali, anche se non sempre all'altezza delle figure precedenti, e con attori in grado di dare il massimo, quindi incrociamo le dita sperando che il tiro rimanga sempre perfetto.

Ash VS Evil Dead

Debole, pigro, egoista, sbadato, volgare, a volte lento. E senza una mano. Un personaggio difficile da amare, con quest’anteprima.
Ed invece Ash ci riesce appieno. Non solo, ti conquista con il suo fare grezzo e provinciale.Molti erano scettici all’idea della messa in onda della nuova serie “Ash VS Evil Dead”, il prequel sotto forma di serie televisiva della famosa trilogia de “La Casa” che conquistò il pubblico negli anni 80-90.La paura era quella che Hollywood avesse voluto resuscitare questa leggenda cinematografica per renderla una cosa banale, scontata, e rovinarne il ricordo.Invece, la realtà ha superato di gran lunga l’aspettativa.Splatter, grottesco, geniale, sono riusciti a conservare perfettamente lo stile e la comicità grottesca che tanto caratterizzava la trilogia originale.Quello che vediamo nello schermo non è un Ash invecchiato, stanco, con rimorsi e sensi di colpa; è esattamente il personaggio che noi tutti ricordiamo e che abbiamo imparato ad amare, e, se possibile, ancora più burbero, egoista e senza freni.I trent’anni di pausa non hanno minimamente fiaccato il suo spirito e le sue convinzioni, e anche se sovrappeso e ormai vecchio continua a combattere le forze del Male con la stessa tenacia e la stessa arroganza che lo contraddistinse nel film del 1989.
Esattamente trent’anni dopo l’ultima battaglia che dovette affrontare, lo ritroviamo, sempre senza una mano, ancora commesso al S-Mart, burbero  ubriacone che vive in una roulotte con una lucertola, sfuggendo ai suoi doveri di cacciatore di mostri. Ma viene richiamato al dovere quando, leggendo per sbaglio un brano dal Necronomicon, un libro maledetto, evoca un demone, che comincia a seminare distruzione e morte per la città.
Con l’aiuto di due suoi colleghi, Pablo, nipote di uno sciamano, e Kelly, la fiamma di Pablo, questo inusuale trio vaga per l’America alla ricerca di un modo di ricacciare indietro i demoni fuoriusciti dal libro, salvare il mondo e riportare la pace.E’ la perfetta continuazione della famosa trilogia, non una virgola è cambiata, la stessa comicità, gli stessi mostri, lo stesso Ash….per chi, come me, è molto affezionato a quei film la visione di questa serie è come un tuffo nel passato, una sensazione di familiarità che in pochi riescono ad eguagliare.
C’è solo una cosa da dire: BEN FATTO!
E speriamo che il livello delle prossime stagioni continui ad innalzarsi, regalandoci familiari incubi e brividi di terrore.
"Fare Evil Dead è sempre stato uno spasso.  Io, Bruce e Rob siamo elettrizzati di avere l'opportunità per raccontare il prossimo capitolo della poco convincente, ma eroica saga di Ash. Con il suo braccio a sega elettrica e il suo fucile, Ash è tornato a prendere a calci in culo qualche mostro. E ragazzi, questa volta ce ne sarà un camion zeppo".
Creata da Sam e Ivan Raimi, mostra gli eventi seguenti al finale del terzo capitolo de La Casa, L’Armata delle Tenebre, con l’ormai leggenda Bruce Campbell (star della trilogia) che torna a vestire i panni del protagonista Ash Williams, interpretandolo con talmente tanta convinzione e familiarità da chiedersi se abbia veramente mai smesso di portare gli abiti di Ash.

Dai toni grottescamente divertenti, Ash VS Evil Dead è una perla nella storia delle serie Tv, un piccolo gioiello che tutti gli amanti del genere dovrebbero assolutamente vedere.


COSTANTINE (I stagione)

                   


Dopo il film del 2005 la DC Comics decise di produrre la serie TV ispirata a Hellblazar, ma nemmeno questa ha avuto molto fortuna tanto da essere cancellata dopo la prima serie. Ma partiamo dalla trama...
John Costantine, dopo un caso piuttosto complicato e finito molto male, si fa rinchiudere in manicomio, dove, però, uno spirito di un suo vecchio amico lo contatta per chiedere il suo aiuto per salvare la figlia perseguitata da un demone. La ragazza non entrerà nella squadra dedita alla lotta contro il paranormale, composta da Costantine, appunto, e da Chas Chandler, lasciando spazio a Zed (una ragazza sensitiva). Questi si trovano a combattere i mostri e affrontare la solita imminente Apocalisse.
Certamente i fan della serie fumettistica si renderanno conto che non è fedele al 100% , ma ciò è dovuto alla politica dell'emittente televisiva che ha contribuito alla produzione ha deciso di censurare alcuni elementi, come non far vedere in modo esplicito il protagonista fumare o cancellare del tutto la sua bis sessualità.
La cancellazione, però, è dovuta alla mancanza di ascolti e qualcuno giustifica ciò con lo schema del 'mostro della settimana', ovvero ogni puntata è incentrata su un mostro diverso e la cornice si percepisce in modo molto sfumato, quasi inesistente. Eppure non mi sembra che lo schema sia molto diverso da quello presente nella prima stagione di molte altre serie (esempio Supernatural), ma la differenza sta nel protagonista. Qui non c'è il solito belloccio, ma un uomo distrutto ma affascinante grazie alle sue mille sfaccettature e ai suoi lati oscuri. Così si perde una grossa fetta di pubblico, quello femminile, mentre quello maschile viene catturato dall'unico personaggio femminile e alle sue scollature.
Costantine non è di sicuro un capolavoro, ma è una serie che poteva avere dei grandi risvolti nella trama e nelle scelte di regia, ma non le è stato lasciato il tempo. Ve la consiglio se vi piace il genere, ma anche per curiosità (sono solo 13 episodi).
Buona visione!


THE MUSKETEERS (I e II stagione)





Serie firmata Hodges (sceneggiatore anche di A Week With Marilyn) e BBC, dimostrando che è in grado di creare serie diverse  e adatte a qualsiasi tipo di pubblico.
Questa serie, infatti, si muove in modo diverso rispetto a Sherlock e Doctor Who, allontanandosi dai grandissimi messaggi che portano a riflettere lo spettatore, preferendo uno stile più semplice e avventuroso, senza dimenticare l'ironia che accompagna ogni sceneggiato made BBC.
Una serie senza pretese, che, però, ha tra le sue linee attori formidabili (tra cui Capaldi), ma che deve fare i conti con una storia molto famosa e con personaggi che hanno avuto mille e mille rivisitazioni. Gli sceneggiatori hanno cercato, perciò, di regalare una visione più moderna di questi e ci sono riusciti, regalandoci dei personaggi dalle mille sfaccettature e dai molti lati oscuri.Infatti, non ci troviamo di fronte a eroi senza macchia e senza paura, ma bensì a uomini normali con i loro pregi e i loro difetti, ma soprattutto dai passati torbidi.
La prima stagione parte a rilento, come molte volte accade alla BBC, cercando di presentarci in modo esauriente i personaggi. Molte delle prime puntante non porteranno esattamente a uno sviluppo di una trama vera e propria, puntando, bensì, a episodi autoconclusivi, per poi accelerare e dare finalmente qualche soddisfazione in più.
Viene gestito male il Cardinale Rechelieu, che in alcuni punti non si sa bene se sia o no nemico dei moschettieri, in quanto in alcuni casi si affida troppo a loro. Viene reso solo come un uomo politico che ha come scopo solo quello di salvare la Francia e privo di una vera e propria evoluione (l'unica che avviene dura un solo episodio per poi essere dimenticata).
Il finale di stagione, se pur sbrigativo, solleva il morale, lasciando in sospeso molte cose, portando lo spettatore a volerne di più
La seconda stagione, però, parte lasciando immediatamente un amaro in bocca, con la dipartita inspiegabile di Rechelieu, ma facile da spiegare con l'impegno di Capaldi nei panni del Dodicesimo Dottore, ma il tiro viene immediatamente aggiustato.
Appare, infatti, il nuovo personaggio di Rochefort, il nuovo antagonista, che riesce a mettere veramente i bastoni fra le ruote ai moschettieri, riuscendo a manipolare in modo perfetto e quasi grottesco la mente del fragile re Luigi, riuscendo a torcere le azioni dei nostri eroi a suo favore e riuscendo a screditare anche i loro atti più nobili. A differenza del Cardile, assistiamo anche a un'evoluzione del personaggio che lo porta a cambiare le sue intenzioni nel corso delle puntate, fino a stravolgerle, portando a un finale di stagione con il botto. Infatti, potremmo, quasi dire, che è lui a guidare l'intera serie e portarla alla conclusione, grazie ai suoi piani e alle sue manipolazioni presenti nella maggior parte degli episodi.
Non mancano, logicamente, le puntate che escono dal filo narrativo, ma sono molto meno rispetto alla prima stagione, preferendo dare maggiore spessore alla storia principale, che sembra costruita a hoc per il magico mondo delle fangirl. Tutto ruota, in modo molto evidente, all'amore e alle conseguenze di questo, regalando un terreno fertile per varie ed eventuali ship.
Il finale molto aperto fa attendere con ansia l'arrivo della terza stagione e, intatto, sognare qualche happy ending alternativo, che possa calmare quel piccolo mare di feels con cui si è chiusa la serie.
Buona visione!

AGENT OF S.H.I.E.L.D. (I e II stagione)


Serie TV della Marvel che racconta le avventure dell'intelligence che ha l'onere di mantenere gli equilibri tra il mondo normale e quello dei supereroi, combattendo spesso ai fianco degli Avengers, oltre a dover ripulire i loro disastri.
La serie inizia poco dopo la Battaglia di New York, che viene vista in Avengers, e con Coulson, considerato da tutti morto, che  decide di creare una squadra per indagare su alcune vicende sovrannaturali.
Chiama così Malinda May, detta la 'cavalleria' (donna di poche parole e sempre seria, ma ottima combattente),  Grent Ward (specialista nel combattimento, abituato a lavorare da solo e con molti lati oscuri) e Fitz-Simmons (due giovani geni specializzati uno in ingegnerie e l'altra in biochimica, così tanto inseparabili da essere considerati una persona sola).
Dopo la prima missione entrerà nella squadra anche Skey, una ragazza orfana e hacker, affiliata a un'associazione che crede fortemente nella libertà di parola, tanto da diffondere persino segreti di Stato.
Essendo una squadra di investigazione su avvenimenti paranormali o di altissimo rischio, le loro avventure saranno fuori dal normale, come le loro attrezzature (tra cui l'Arma della Buonanotte di Fitz-Simmons) e, perciò, si farà fatica a trovare noiose le varie puntante.
Le prime puntate come protagonista sempre un personaggio diverso, che ci permette di capirlo e conoscerlo meglio, dando i primi cenni di una trama, per poi sfociare in una storia più ampia e intrigante. Infatti la prima serie arriva fino agli avvenimenti che coinvolgono lo S.H.I.E.L.D. presenti in Captain America 2-The Winter Soldier, trovandosi così ad affrontare l'HYDRA.
Nella seconda serie gli avvenimenti collegati ai film saranno meno ripercussioni nella trama, si nominerà solamente la minaccia degli Ultrons, ma la trama rimarrà molto avvincente, ma soprattutto rivelerà molti misteri sui protagonisti.
Non ci sono solo battaglie, ma anche momenti sentimentali, che però non interrompono con tagli fastidiosi le scene d'azione, anzi, si uniscono a essere in modo perfetto ai momenti di tensione, magari regalando  pochi istanti di pace prima della tempesta o mostrando i dolori della guerra.
Una cosa che ho molto apprezzato è anche la divisione poco chiara tra bene e buoni, molto spesso, anche all'interno del gruppo, sorgono dubbi sulla fedeltà di quello o quell'altro personaggio, alcune volte l'etichetta di uno porta lo spettatore ad essere convinto della buona o mala fede del soggetto in questione, per poi doversi ricredere dopo pochi secondi.
E' una serie che vi consiglio vivamente, ma se non avete mai visto i film della Marvel dovete recuperarli assolutamente, per poter capire al meglio la storia e alcuni personaggio (oltre a Coulson, presente nel primo Avengers, troviamo anche Fury e Lady Sif).
Quindi Buona visione!

ALCATRAZ (I stagione)




Nel 1963 la prigione di Alcatraz viene chiusa a causa di problemi economici e tutti i detenuti vengono trasferiti, ma in realtà questi scompaiono, per apparire nel 2012, nemmeno invecchiati di un giorno e riprendendo il loro lavoro. Saranno la detective Rebecca Madsen e il dottore Diego Soto, reclutati dall'agente Hauser, a dover indagare sui diversi casi e riportare gli ex carcerati nella nuova prigione, destinata solamente a loro.
Ogni episodio è dedicato a un singolo prigioniero e attraverso i flashback conosciamo cosa succedeva e che cosa facevano nell'isola carceraria in cui hanno vissuto, scoprendo anche avvenimenti spaventosi e di abusi di potere da parte del Direttore. 
E' una serie ben costruita, dove la suspense è una cosa che prosegue nella serie e che cresce in continuo, in quanto nemmeno i protagonisti sanno cosa succede, non sanno perchè queste persone non invecchiano o dove vanno dopo che sono state catturate. L'unico che ha delle risposte è l'agente Hauser, che non è di certo un personaggio molto loquace. Il mistero cresce ad ogni episodio, alcune volte facendo rimanere lo spettatore a bocca aperta e in stato confusionario, ma è lo scopo della serie:chi la vede deve rimanere invischiato in un'indagine che inizia quasi cinquanta anni prima,
I difetti sono veramente pochi, ma questo è dovuto al fatto che i produttori non hanno confermato la realizzazione della seconda stagione, perciò non c'è un vero e proprio finale e quindi rimaniamo senza una soluzione. Inoltre già nel secondo episodio Lucille Banerjee, uno dei personaggi che possiede un grandissimo spessore nella storia, viene ferita da uno degli ex carcerati e finisce in coma, per riapparire negli ultimi due episodi, dove si scopre che lei è fondamentale per scoprire la realtà sul carcere di Alcatraz. Questa scelta poteva essere usata in modo migliore e in un momento diverso da quello proposta, perchè i punti di domanda sono già tanti e inserirne un altro non era necessario.
Ma stiamo parlando di una serie di J.J.Abrams dove se non ci sono mille misteri non si è contenti!
In conclusione  è una serie molto interessante e che poteva essere promettente, ma che ti lascia l'amaro in bocca a causa di un mancato finale.

Blue Bloods


Se vi piacciono i polizieschi alla vecchia maniera, dove non si parla solo di DNA ma il lavoro viene fatto a suon di missioni sotto copertura, pugni, interrogatori e appostamenti, allora questa serie TV fa per voi!
Scoperta pochi mesi fa, anche se uscita in Italia nel 2011 e non ha avuto molta fortuna (almeno tra le persone che conosco). E' stato rimandato in onda per tappare il buco per l'ora di cena, dopo aver finito le repliche di serie più fortunata.
Il telefilm racconta della famiglia irlandese Reagan che da generazione si dedica alla difesa della città di New York. Frank, il capo famiglia, è il capo della polizia, salito alla carica dopo suo padre, mentre i suoi figli, Danny, Erin e Jamie, sono rispettivamente detective, procuratore e agente di polizia. Le loro vite sono spesso movimentate a causa dei casi che li portano a collaborare, ma anche a scontrarsi tra di loro (soprattutto Danny e Erin) a causa dei loro modi di affrontare le cose molto diversi, oltre a far nascere delle dispute morali.
Infatti Danny, il maggiore dei fratelli, è piuttosto deciso e senza mezze misure (molto spesso abusa del suo potere picchiando i criminali, ma sempre per riuscire a ricavare una confessione) alcune volte andando oltre il limite consentito, Erin, invece, ha un carattere forte ma ha ben chiara la legge e cosa è giusto e sbagliato (per questo litiga con il fratello, in quanto lui alcune volte non arresterebbe delle persone che hanno ricorso al delitto per necessità) e poi c'è Jamie, il piccolo di famiglia, che dopo aver fatto legge a Havard decide di seguire la tradizione di famiglia, entrando in polizia. Lui ha un carattere più dolce e spesso non sa cosa fare, in quanto alcune volte troppo ingenuo, e dovrà sempre fare i conti con la carriera dei suoi fratelli.
La cosa che mi è piaciuta di più è sicuramente il lavoro di indagine che non è come altri telefilm come CSI Castle, dove i laboratori o gli uffici sono puliti e candidi, i personaggi sono vestiti in modo impeccabile, con tacchi e giacche che sembrano usciti dai negozi più costosi della città. Qui, invece, troviamo uffici pieni di scartoffie, scrivanie tutte e vicine e detective che alcune volte accorrono sulle scene del delitto in tuta o in felpa, rendendo tutto più reale.
Erin, il procuratore distrettuale, per quanto ami la giustizia alcune volte è costretta a non poter iniziare un caso senza prove o se questo non regge, cosa che ho avuto il piacere di vedere (quei tre episodi in dieci serie) solo in Law&Order, ma che in questi ultime serie TV non si vede  più. Il caso viene risolto, non ci sono più dubbi sul colpevole o sulle prove (se non in episodi in cui cercano di far vedere che i protagonisti, per quanto bravi non sono perfetti).
Un altro personaggio molto interessante (e che amo alla follia) è sicuramente Frank Reagan. Poliziotto di lunga data è un uomo risoluto con chiare convinzioni e molto coerente con se stesso e la sua cultura cristiano-cattolica, che lo porta a cercare di fare sempre la cosa giusta. Il suo scopo è quello di essere un bravo capo, padre e nonno, molto spesso però il compito li è pesante e può contare sul supporto del padre.
Un'altra cosa che ho apprezzato sono la mancanza di grandissimi drammi familiari, certo ce ne sono (soprattutto quando discutono sull'educazione dei figli, sull'importanza di essere uniti o rispettare le regole o il lavoro che viene messo in primo piano...) ma la maggior parte del tempo è il caso il vero protagonista della storia. La serie va seguita per scoprire il nuovo caso, non per sapere cosa succede nella vita privata dei personaggi. Questi sono uniti, sono una famiglia felice che ogni domenica (che è presente in ogni episodio) pranza insieme, alcune volte discutendo dei casi altre volte dei problemi familiari o di qualche punto saliente dell'episodio.
Cosa potrebbe dare fastidio?
Credo l'immensa spiritualità cristiano-cattolica della famiglia, che spesso li porta ad andare in chiesa e a lavorare in loro favore, cercando di evitare che questa venga distrutta da voci o da accuse infondate. Un altro punto a sfavore è il fatto che i sceneggiatori non hanno aggiunto personaggi fuori dalla famiglia, ciò fa sembrare che il capo della polizia sia sempre impegnato a sistemare i problemi legati ai casi dei suoi figli.
Ma fidatevi è una serie molto molto bella, ve la consiglio vivamente!

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